Le Vie dei Tesori – Alcamo – Monte Bonifato

 

Le Vie dei Tesori – Alcamo

Passeggiata a Monte Bonifato

Le Vie dei Tesori

La manifestazione “Le Vie dei Tesori” è il più grande progetto siciliano di promozione culturale, gestito dall’omonima fondazione.

Nato nel 2006 a Palermo e progressivamente allargatosi nei principali centri siciliani, da quest’anno vede arricchire il proprio carnet di appuntamenti con la ricca dotazione della Città di Alcamo.

L’importante centro della provincia di Trapani, famoso per aver dato i natali a Cielo d’Alcamo autore del celeberrimo contrasto Rosa fresca aulentissima, porta in dote diverse perle del suo nutrito patrimonio culturale ed artistico e naturalistico.

Per chi, come noi, è appassionato di trekking, l’aver inserito nel programma anche una passeggiata sul Monte Bonifato costituiva una occasione da non perdere!

La Riserva Naturale Orientata del Monte Bonifato

Istituita nel 1984 e gestita dalla Provincia Regionale di Trapani, la riserva occupa la sommità del monte Bonifato dove si trovano i resti dell’antica Longuro che costituisce probabilmente il primo insediamento dell’attuale città di Alcamo che sorge oggi ai piedi del monte.

In epoca romana gli abitanti di Longuro cominciarono a popolare le falde del monte, nella città di Longarico; sotto la dominazione araba il centro divenne Al-qamah.

La riserva costituisce oggi un polmone verde estremamente importante per la città e, benché sia, purtroppo, spesso  aggredita dagli incendi, mantiene il suo fascino per gli appassionati e non, offrendo anche una spettacolare vista a 360°.

A nord la vista sul golfo, ad est ed ovest una vista a cavallo fra le due province di Trapani e Palermo, ed a Sud, soprattutto nelle giornate di cielo limpido, lo sguardo può spaziare fino al mare di Selinunte coprendo così anche la vista sul Canale di Sicilia.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero, cielo e natura
Uno splendido scorcio del golfo fra gli alberi

La passeggiata

La passeggiata ha inizio nel piazzale antistante La funtanazza (La fontana), il vecchio hotel ora sede di uffici del Libero Consorzio, per poi dirigersi sul retro dove si trovano i resti di una antica cisterna d’acqua che alimentava, insieme ad altre cisterne e ad una fitta rete di tubazioni, il centro abitato. 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura, albero e monumento
I resti imponenti della vecchia cisterna

Si prosegue quindi sul sentiero della Panoramica est per giungere, tramite un bel sentiero sterrato, alla zona panoramica che consente allo sguardo di spaziare sul golfo di Castellammare giungendo a vedere fino a Rocca Busambra, nel corleonese.

Continuando, sempre in salita, si giunge all’area archeologica dove è possibile vedere i resti dell’abitato e delle vecchie mura, prima di giungere ai piedi della salita che porta i fedeli alcamesi, verso il santuario mariano della Madonna dell’Alto, tradizionalmente percorsa l’otto settembre, ma oggetto di pellegrinaggio tutto l’anno.

Il tratto in salita consente di raggiungere, a quota 825 m s.l.m. il santuario ed il vecchio castello dei Ventimiglia,  del quale rimane la torre maestra.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante monumento e attività all'aperto
La torre maestra del castello dei Ventimiglia

 

La passeggiata, guidata oggi dalla guida dell’Archeoclub di Alcamo, la dott.ssa Antonella Stellino, si conclude con la discesa verso il luogo di partenza. La riserva ospita numerosi altri sentieri fra i quali il sentiero di San Nicola, il sentiero delle orchidee, ed il sentiero degli innamorati.

Il percorso della passeggiata

 

Il percorso è fruibile in autonomia tutto l’anno ma farlo con una guida esperta dei luoghi consente di conoscere la storia dei luoghi ed avere informazioni sulla flora e la fauna del luogo. Una esperienza da fare che potrà concludersi, in città, con l’inevitabile assaggio dei dolci tipici con la ricotta che vi consentiranno di recuperare rapidamente le energie!

Il GeoPortale della Regione Siciliana accoglie l’Itinerarium Rosaliae

L’Itinerarium Rosaliae inserito nel GeoPortale della Regione Siciliana dedicato ai cammini ed alla mobilità lenta.

L’uscita dalla fase di emergenza nella gestione del Covid-19 porterà ad una riscoperta della mobilità lenta. Questo strumento, a disposizione di tutti i cittadini, va in questa direzione.

Aggiornamenti del GeoPortale Sicilia

Da qualche giorno il GeoPortale della Regione Siciliana è stato aggiornato con l’inserimento di un ulteriore cammino di lunga percorrenza, l’Itinerarium Rosaliae.

Il GeoPortale, frutto di un meritevole lavoro portato avanti dall’Osservatorio Turistico della Regione Siciliana, già ospitava altri due cammini di lunga percorrenza, e cioé l’Antica Trasversale Sicula e la Via dei Frati.

La webmap, interattiva e di facile fruizione, consente di accedere alle pagine dedicate ai singoli cammini, di scaricare le tappe in formato GPX e di accedere a numerose altre risorse del sito quali studi e notizie.

All’interno della Webmap, aumentando i livelli di zoom, è possibile visualizzare anche percorsi brevi, cosa che consentirà ai residenti di riscoprire i tanti scenari che la Sicilia è in grado di offrire ed ai turisti la possibilità di integrare la percorrenza dei cammini lunghi con percorsi brevi attraverso parchi e riserve.

Nello specifico, l’Itinerarium Rosaliae offre ai camminatori un percorso con pochissimo asfalto (solo l’uscita da Corleone, il tratto da Altofonte a Palermo e poco altro) attraversando tante riserve (monti Sicani, valli del Sosio, bosco della Ficuzza, monti Carcaci, Serre della Pizzuta) che lasceranno al pellegrino ricordi indimenticabili. Partendo dall’Eremo della Quisquina con il suo antro della Santuzza, dopo aver attraversato tanti luoghi incantanti ed aver attraversato Palermo e le sue innumerevoli tentazioni gastronomiche, un’ultima fatica lungo “l’acchianata” al santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino porterà il pellegrino alla meta del suo cammino

Nei prossimi mesi, ne siamo certi, i tanti altri cammini della Sicilia chiederanno l’inserimento all’interno del GeoPortale che, fungendo da punto unico di accesso alle informazioni per chi voglia camminare in Sicilia, consentirà di sfogliare questo catalogo naturalistico che potrà dare il suo contributo per la ripartenza di questa fascia di turismo in Sicilia.

Buon cammino in Sicilia!

Mappa dei cammini e dei percorsi in Sicilia (in espansione)

VI edizione delle “Vie sacre di Sicilia”

Si svolgerà dal 22 al 24 novembre a Scicli la VI edizione della manifestazione “Vie sacre di Sicilia”, momento di incontro fra le varie organizzazioni che seguono i numerosi cammini di Sicilia.

Locandina del meeting “Vie sacre di Sicilia”

Nel corso della manifestazione ci saranno diversi momenti di approfondimento sui cammini nonché una esposizione di prodotti tipici con stand delle varie associazioni.

Fra queste l’associazione “San Francesco d’Assisi” di Capizzi che segue principalmente i diversi cammini che iniziano, terminano o passano dalla “Santiago di Sicilia”, Capizzi, centro legato al culto Jacopeo da diversi secoli.

L’associazione è legata, oltre a San Francesco d’Assisi, al culto di San Giacomo, alla Madonna della Lavina, alla Madonna dell’Aiuto, a Sant’Antonio da Padova ed a San Silvestro da Troina.

Contatti dell’associazione San Francesco d’Assisi

Sarà questa l’occasione per approfondire la conoscenza su questa fetta di Sicilia così devotamente legata al culto di San Giacomo.

Cammini di Capizzi (ME)

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a:

Associazione San Francesco d’Assisi

Contrada San Benedetto della Riviera, 1, 98031, Capizzi (ME)

Referente: Francesco Sarra Minichello, francescoxharra@gmail.com, 3347475307

Pagina Facebook dell’associazione: https://www.facebook.com/Associazione-San-Francesco-dAssisi-Capizzi–847937581921040/

Capizzi, la Santiago di Sicilia!

Abbarbicato sul cocuzzolo del Monte Verna, all’interno del Parco dei Nebrodi, in Sicilia, c’è un piccolo comune di poco più di 3.000 abitanti chiamato Capizzi, la Santiago di Sicilia.

Tale denominazione deriva dal forte culto dell’apostolo San Giacomo del quale viene conservata una reliquia; un dito che la leggenda narra sia stato portato a Capizzi da un crociato.

Il Santuario

La chiesa di San Giacomo fu edificata dai Normanni intorno all’anno 1227 ricevendo poi un ampliamento intorno all’anno 1287 per opera degli Aragonesi.

La sua trasformazione in santuario avviene intorno all’anno 1420 quando il cavaliere aragonese Sancio De Heredia consegna alcune sacre Reliquie tra le quali un pezzo della vera Santa Croce, la giuntura di un dito di S. Giacomo, il braccio di San Nicola di Bari e il braccio di San Paolo.

Nel corso del XVI secolo il disegno originale, che prevedeva una sola navata, viene modificato passando ad una pianta con tre navate, così come si può vedere oggi.

La chiesa di San Giacomo è stata proclamata “Santuario Diocesano” il 27 Settembre 1999, in occasione dell’anno Santo Jacobeo.

Nota: queste ed altre notizie storiche, sia su San Giacomo che su Capizzi, si possono trovare nel testo di Francesco Sarra Minichello “Un intimo amico del Signore: l’Apostolo San Giacomo il Maggiore” che può essere acquistato a questo link.

Santuario di Capizzi, la Santiago di Sicilia
Interno del Santuario di San Giacomo (foto concessa dal Santuario Diocesano)

Il cammino di San Giacomo. Da Cerami a Capizzi

Capizzi può essere raggiunta in cammino lungo diversi percorsi.

Il più frequentato è sicuramente il cammino che da Cerami giunge a Capizzi lungo un percorso di 7.5 Km che attraversa la vallata che separa le due cittadine sui Nebrodi.

Ogni mese, il giorno 25, tanti pellegrini seguono il cammino e, nel pomeriggio, assistono alla Messa del Pellegrino alle ore 17 presso il Santuario.

Un altro cammino che passa per Capizzi è la Via Francigena per le montagne Palermo-Messina, lungo la quale, una volta giunti a Nicosia, va imboccata la variante che ci porterà alla cittadina Giacobea per poi ricongiungersi aTroina con il percorso principale.

Pellegrini lungo il cammino di Capizzi
Pellegrini in cammino verso Capizzi (foto concessa dal Santuario Diocesano)

Il cammino Cerami-Capizzi passa per strade secondarie e trazzere. Lo sviluppo del percorso ed il suo profilo altimetrico è visibile nella foto sotto.

Cammino di San Giacomo da Cerami a Capizzi
Il cammino di San Giacomo da Cerami a Capizzi con relativo profilo altimetrico

Ai pellegrini che giungono al Santuario viene concessa, dietro presentazione della domanda relativa il cui modulo può essere scaricato qui, l’Aurea Jacopea che certifica il suo pellegrinaggio e che costituirà un bel ricordo dell’esperienza vissuta.

Aurea Jacopea rilasciata a Capizzi
Facsimile dell’Aurea Jacopea rilasciata a Capizzi

La processione

La processione avviene ogni anno il 26 luglio.

Intorno alle 17.00 i portatori, con il loro caratteristico foulard rosso, sollevano il fercolo all’interno del quale si trova la reliquia di San Giacomo.

A questo punto cominciano a portarlo, di corsa, avanti ed indietro lungo la navata della chiesa dedicata all’apostolo.

Allo scampanellio del prete, il fercolo viene portato al di fuori della chiesa cominciando una frenetica corsa lungo le stradine del paese.

Incredibilmente la bravura dei portatori consente di non registrare cadute dei portatori stessi che, a stretto contatto gli uni con gli altri, corrono con il loro pesante carico.

Trattenuto anche da lunghe corde rosse, chiamate lazzuna, il fercolo sfiora le case senza mai toccarle, fermandosi, di tanto in tanto, per raccogliere le offerte dei fedeli.

Momento culminante della processione è il Muro dei miracoli, dove il fercolo viene lanciato contro un muro adiacente la chiesa di Sant’Antonio fino ad abbatterlo.

Il video sotto, disponibile su Youtube e girato da Salvatore Machì, mostra in maniera eccelsa lo svolgersi della processione e l’atmosfera di festa che regna in paese.

La processione che si svolge a Luglio (Video di Salvatore Machì)

Link utili

Per maggiori informazioni su Capizzi, la “Santiago di Sicilia”, e le sue tradizioni è possibile consultare i seguenti link:

Itinerarium Rosaliae – Fattoria Carcaci-Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina

Itinerarium Rosaliae

Da fattoria Carcaci all’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina

Tappa molto impegnativa ma fatica ripagata dal panorama!

La sveglia …

La cena della sera precedente, autogestita presso la fattoria Carcaci (luogo molto bello ed accogliente) ci ha lasciato il buonumore,  sebbene il “concerto per tromboni” della notte (al quale ho preso parte attiva) abbia lasciato in molti dei residui di sonno …

Prima di metterci in marcia, una descrizione della storia della fattoria, costruita nel 1918, che presentava anche una particolare pietra usata a quanto pare dalle signore per montare o scendere da cavallo senza essere toccate dall’uomo.

Pietra per far montare e smontare da cavallo le signore

In cammino …

La tappa si presenta lunga ed impegnativa con ben cinque salite, quindi cerchiamo di partire presto. Tagliamo sul versante per imboccare il cammino che sale lungo le pendici del monte Carcaci, lasciandoci entrare nel cuore della riserva. La prima salita ci ha condotto al Marcato delle Lavanche, dove si trova uno splendido rifugio della forestale, purtroppo non fruibile dal pubblico.

Verso il rifugio del Marcato delle Lavanche

Immersi nel verde abbiamo fatto un primo tratto in discesa prima di affrontare un nuovo tratto in salita che ci avrebbe condotto al Borgo Riena, uno dei tanti borghi fantasma residuo della riforma agraria.

Borgo Riena

Fino al Borgo Riena abbiamo percorso un tratto in comune con la Magna Via Francigena e con l’Antica Trasversale Sicula. Proprio al Borgo Riena, l’Itinerarium Rosaliae si divide dagli altri due cammini, che proseguono verso Castronovo di Sicilia, mentre il Cammino si dirige sulla destra per affrontare un’altra salita a tratti ripida ma che offre un fantastico panorama sulle valli circostanti.

Dopo aver attraversato alcuni pascoli, fra mandrie di mucche che ci osservavano incuriosite, abbiamo cominciato la terza delle cinque salite di giornata, passando un tratto in mezzo all’erba alta e dopo aver scollinato, abbiamo pranzato e ci siamo concessi un po’ di meritato riposo.

Quindi ci siamo messi in cammino per affrontare l’ultima parte del cammino. Dopo aver effettuato la discesa ci siamo diretti verso i ruderi del monastero di Santo Stefano di Melia, di fronte al lago Fanaco, dove si dice si ritirasse in meditazione Santa Rosalia.

Lago Fanaco e ruderi del monastero di Santo Stefano di Melia

Il nostro arrivo …

Il passaggio del monastero ha segnato l’avvio della penultima salita, con pendenze importanti e resa dura dal passaggio su sentieri pietrosi che rendevano difficile l’avanzare, oltre al carico di fatica che cominciava a farsi sentire.

Ultime fatiche prima di giungere all’Eremo …

Dopo aver scollinato, abbiamo finalmente avvistato l’Eremo ben visibile all’interno del bosco della Quisquina.

L’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina

Come per Santiago, il vedere da vicino la meta del cammino provoca forti sensazioni nel pellegrino che vede compiersi il suo sacrificio verso l’agognata meta.

Abbiamo quindi percorso la discesa ed attraversato i campi sottostanti prima di affrontare la salita devozionale verso l’Eremo, attraversando un suggestivo bosco e giungendo a destinazione poco prima del calar della sera. Una stele raffigurante la rosa con i 14 comuni attraversati dall’Itinerarium Rosaliae ha salutato il nostro arrivo.

Stele dell’Itinerarium Rosaliae

Informazioni e suggerimenti

L’Itinerarium Rosaliae ha dato conferma di essere un cammino molto bello e suggestivo, con panorami mozzafiato. A tratti duro ma che merita di essere percorso perché consente di vedere la Sicilia vera. Purtroppo ad oggi, pur presentando un’app che indica il percorso, può essere percorso da camminatori esperti. Un’alternativa può essere costituita dal rivolgersi a delle guide che periodicamente o su richiesta organizzano il cammino. La loro conoscenza dei luoghi e del cammino stesso (che hanno percorso diverse volte) costituiscono una garanzia per quanti vorranno andare “sulle orme della Santuzza” da Quisquina a Palermo o viceversa.

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi ai seguenti numeri:

339.2009857 Giuseppe Geraci (tutor del Cammino);

328.4297536 Giuseppe Traina (tutor del Cammino);

347.5963469 Giuseppe Adamo (organizzazione e logistica);

Foto di gruppo all’Eremo della Quisquina

Itinerarium Rosaliae – Palazzo Adriano-Prizzi-Fattoria Carcaci

Itinerarium Rosaliae

Palazzo Adriano-Prizzi-Fattoria Carcaci

Si ritorna a camminare in Sicilia, sulle orme della “Santuzza”

Appuntamento a Palazzo Adriano

Dopo essere tornati dal Cammino Portoghese, ritornare a camminare nella nostra bella Sicilia era un atto dovuto. L’occasione è venuta dall’ultimo weekend organizzato da un gruppo che sta seguendo l’Itinerarium Rosaliae (che abbiamo già percorso lo scorso anno), questa volta seguendo il passaggio da Prizzi invece di scollinare dalla “Montagna delle rose”.

Arrivo a Palazzo Adriano (famosa anche per aver ospitato le riprese di “Nuovo Cinema Paradiso”) con sorpresa per gli organizzatori Giuseppe Geraci e Giuseppe Traina, ai quali non avevamo anticipato la nostra partecipazione. 

Accolti ovviamente con sorrisi ed abbracci!

In cammino con Giuseppe Geraci e Giuseppe Traina

In cammino …

Dopo le piogge dei giorni scorsi, una giornata di sole ha salutato la nostra partenza. Discesa da Palazzo Adriano lungo una ripida scala in pietra e cominciamo ad attraversare le campagne circostanti. Prima tappa l’attraversamento del Sosio in un piccolo guado.

Guado del fiume Sosio

Passato il Sosio, rotta verso il paese di Prizzi, su strade sterrate e salite pian piano sempre più ripide fino a quando non giungiamo alle pendici della rocca di Prizzi dove cominciamo una ripida salita che ci avrebbe portato ad una villetta dove abbiamo fatto sosta sia per riposarci che per pranzare.

Panorami sulla strada verso Prizzi
La salita verso Prizzi

La sosta è stata rallegrata anche da un brindisi finale a base di Marsala.

Un brindisi ci sta sempre!

Dopo la sosta abbiamo cominciato la discesa che ci avrebbe portato, su una strada in comune con la Magna Via Francigena e con la Trasversale Sicula, verso la Fattoria didattica Carcaci. In uscita da Prizzi alcuni bei murales, uno dei quali ricordava i giudici Falcone, Borsellino e Livatino insieme a Rita Atria.

Murales in uscita da Prizzi

Il nostro arrivo …

Lungo la strada verso la fattoria, a volte con ripida discesa su pietra, alcune mucche al pascolo hanno incrociato i nostri passi. È stata l’occasione per una foto!

Mucche fra Prizzi e Carcaci

Adesso ci attende una cena autogestita alla fattoria … con la certezza che qualche altro brindisi ci sarà!