“U viaggiu i San Japucu” – 4° tappa

Cammino apripista “U viaggiu i San Japucu” – Giorno 4

22/9/2020 – Da Nicosia a Troina

Dalla patria di San Felice alla prima capitale normanna di Sicilia, Troina.

 

La partenza

Il convento di San Felice ci ha consentito di riprendere le forze abbastanza bene, dormendo nel totale silenzio e comodamente. Le stanze le giudicherei da hotel a 3 stelle, e sicuramente per un pellegrino vanno ben oltre lo “standard” ma ogni tanto ci vuole anche questo. Con Salvatore Russelli, che percorre la “Palermo-Messina per le montagne”, riusciamo finalmente a partire presto, ed alle 7 del mattino siamo già fuori dal cancello ed andiamo a fare colazione.

Ci incamminiamo quindi per le strade di Nicosia con un percorso tortuoso che ci fa prima salire e poi scendere. Mi riprometto di verificare nuovamente l’uscita per renderla più semplice e, prima di uscire definitivamente dal paese, ci fermiamo per far si che Salvatore possa acquistare il suo pranzo al sacco, mentre io ho già deciso di continuare a pranzare con frutta secca e frutta fresca, lasciando alla cena il compito di farmi riempire.

In cammino …

Idealmente questa tappa è divisa in due: un primo tratto che ci porterà fino al Ponte di Cicerone ed una seconda parte che risale fino a Troina.

Uscendo dal paese incontriamo due giovani donne che facevano un piccolo tratto di cammino e con le quali ci fermiamo a chiacchierare qualche minuto. Avevano già sentito parlare del cammino apripista de “U viaggiu i San Japucu” e non vedono l’ora di poterlo percorrere anche loro.

Gli dico che ci vorrà ancora qualche mese, quindi ci congediamo e continuiamo la nostra tappa.

Data la partenza fatta di buon mattino riusciamo a beneficiare di un po’ di fresco e l’andatura si fa più rapida del solito. Nonostante i saliscendi stiamo andando a quasi 4 Km/h.

Ad un certo punto, costeggiamo un pascolo, ci fermiamo a parlare con il sig. “Turiddu”, che seguiva le sue mucche e che aiutiamo a chiudere il cancelletto del recinto.

Ovviamente si chiede anche lui chi ce lo faccia fare di camminare e ci ricorda che lui ha camminato tanto, e non certo per svago bensì per seguire le sue mandrie.

Il suo racconto è un misto di rimpianto, per non aver studiato abbastanza, di rassegnazione, per l’età, ma percepisco anche una serenità che deriva dal vivere comunque sereno ed all’aria aperta, cosa che noi, sempre presi dal nostro quotidiano, spesso non riusciamo ad apprezzare.

Dritti al Ponte di Cicerone

Il caldo comincia, ospite non invitato, a fare capolino e rende gli ultimi Km che mancano al Ponte di Cicerone decisamente più pesanti. Poco prima di arrivare al ponte, passiamo accanto ai campi di un signore che stava abbeverando i cavalli e senza farselo ripetere due volte, ci offre la sua acqua (tranquilli, era potabile!) che utilizziamo abbondantemente sia per bere che per bagnarci testa ed arti.

Ormai il ponte è vicino e poco dopo lo passiamo a piedi, fermandoci sotto un albero per fare una bella sosta ristoratrice.

Si riparte verso Troina

Dopo la sosta, e sotto un sole cocente, ci rimettiamo in marcia. Mi accorgo subito che sto per pagare l’andatura sostenuta tenuta fino a quel momento ed il colpo di grazia arriva dopo aver attraversato i due guadi; ci aspetta infatti una salita spezzagambe che ci fa recuperare circa 150 metri di elevazione in circa 500 metri di percorso. Proseguiamo la salita, leggermente meno ripida, ma sempre sotto un sole sempre più forte e nessun posto dove trovare riparo.

Ad un certo punto si materializza un parco solare sulla nostra destra che noi oltrepassiamo, per arrivare su una provinciale e quindi immetterci nuovamente su una trazzera che segue il dorso della collina e che porterà fino a Troina, anche se accuso un riacutizzarsi di una tendinite (ed un calo di forze per il caldo) e sono costretto a trovare un passaggio per gli ultimi Km che ci separano da Troina.

A Troina l’accoglienza è di quelle che scaldano il cuore. Salvatore Pagana e Massimiliano Ragusa, della locale Pro Loco, mi portano presso una casa del pellegrino gestita da una associazione locale “Bivio al quadrato”.

Qui mi fanno anche trovare una deliziosa torta di mele per la colazione del giorno dopo.

Dopo una doccia che mi restituisce una visione decisamente migliore circa il mio status di pellegrino, metto a lavare i panni e sistemo le cose. L’appuntamento sarà per le 18 circa per visitare Troina, la prima capitale normanna della Sicilia.

In giro per Troina

Accompagnati dai nostri amici, cominciamo a visitare Troina che mi colpisce da subito per le tante opere di restauro avviate dall’amministrazione guidata dal sindaco Fabio Venezia. Mi raccontano che Troina ha letteralmente cambiato volto negli ultimi sette anni e non faccio fatica a crederlo.

Nel frattempo Massimiliano Ragusa continua a parlarci della storia di Troina e resto incredulo nel sentirlo snocciolare date, nomi ed avvenimenti senza il minimo tentennamento, tipico di chi ama visceralmente il posto dove abita e sente l’orgoglio di poterlo mostrare al fortunato visitatore.

La serata si conclude presso il ristorante “La Ferla” dove siamo ospiti dell’amministrazione. Il Sindaco, che incontrerò il mattino seguente, si sincera telefonicamente che stia andando tutto bene e non potrebbe essere altrimenti: ottima compagnia e cibo gustoso.

Uno dei pezzi forti della cena sarà la celeberrima “mortadella di asino” prodotta da una azienda avviata dal comune utilizzando i circa 4000 ettari di terra di sua proprietà all’interno dei parco dei Nebrodi.

Fra l’altro queste terre sono state recuperate a beneficio della collettività, sottraendole a chi le utilizzava a costi irrisori, ed è uno dei motivi per cui il sindaco è attualmente sotto scorta.

Chi fosse interessato a saperne di più su questa storia può visitare la pagina Facebook dell’azienda.

Tagliere di formaggi e salumi locali

L’incontro con il sindaco Fabio Venezia

L’indomani mattina, nonostante i numerosi impegni, il sindaco mi riceve nel suo studio. Parliamo de “U viaggiu i San Japucu” e di come i cammini possano contribuire nel riportare persone in questi meravigliosi borghi carichi di storia e di tradizioni.

Ne approfitto per ricordargli che uno dei punti fermi di questo cammino sarà la sosta, prima di giungere a Capizzi, all’interno del parco dei Nebrodi presso la “Caserma Sambuchello” della quale sono appena cominciati i lavori di ripristino. In maniera molto lungimirante, e prima ancora di sapere di questo cammino, il comune aveva già puntato su questo rifugio per farlo diventare un luogo di sosta per amanti della natura e pellegrini. Mi fa vedere i render del progetto, che terminerà nel 2022, e resto senza parole.

Per i pellegrini sarà veramente un’oasi di pace e serenità. Mi dice anche che prima dell’estate del 2021 sarà completato anche il restauro di un altro rifugio che potremo utilizzare in attesa (o in aggiunta) alla Caserma Sambuchello, quindi, prima di congedarmi, mi sigla la credenziale e facciamo una foto ricordo.

Fine della prima parte del cammino apripista

Decido di interrompere il cammino apripista per poter raccogliere le prime indicazioni e rivedere qualcosa. Il percorso diretto verso Troina lo lasceremo come alternativa ma probabilmente per il pellegrino medio risulterà una tappa molto impegnativa e quindi il percorso classico lo devieremo al Ponte di Cicerone verso Cerami per poi aggiungere la tappa Cerami-Troina.

Ciò consentirà anche di avere sicuramente più tempo per visitare i luoghi attraversati, cosa che lascerà sicuramente al pellegrino la voglia di ritornare anche da turista.

A breve riprenderemo la verifica delle tappe rimaste con in mente l’obiettivo di aprire il cammino nella primavera del 2021, in concomitanza con l’anno santo Compostellano.

“U viaggiu i San Japucu” adesso è un po’ più vicino. Alle prossime tappe!

Tappa precedente

Tappa successiva

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